Mafia, operazione contro clan attivi a Bari: 104 arresti

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In una maxi operazione antimafia contro la criminalità organizzata pugliese, denominataPandora", i carabinieri del Ros (Raggruppamento operativo speciale) stanno eseguendo, a Bari e in altre località italiane, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 104 presunti affiliati ai clan Mercante-Diomede e Capriati. Le accuse riguardano il 416 bis e una serie di reati che vanno da 3 tentati omicidi a rapine, furti, usura, estorsioni e traffico di stupefacenti.

L'inchiesta

Gli arresti sono il risultato di un'indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Bari, che ha ricostruito gli assetti organizzativi, le attività criminali e la capacità d'infiltrazione dei clan nel tessuto economico e sociale della città pugliese e della sua provincia. Dall'inchiesta sarebbero emersi lo svolgimento di rituali di affiliazione, la disponibilità di armi, anche da guerra, e rapporti con esponenti della società foggiana e della Sacra Corona Unita di Lecce. "A Bari si fanno ancora le affiliazioni con i riti classici e i santini che neppure nella magia foggiana fanno più - ha detto il Procuratore di Bari Giuseppe Volpe - la Direzione distrettuale antimafia è viva più che mai e colpisce ancora le organizzazioni criminali. Gli strumenti investigativi sono stati le intercettazioni delle corrispondenze in uscita dal carcere fino a quando è stato concesso dalle norme, le intercettazioni ambientali e telefoniche e le dichiarazioni acquisite e riscontrate dei collaboratori di giustizia".

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Molfetta, espulso il socio indagato nell'operazione condotta dai Carabinieri di Bari

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La FAI Antiracket Puglia è venuta a conoscenza dell’operazione condotta dal Nucleo Ros dei Carabinieri di Bari nei confronti di 104 presunti affiliati ai clan Mercante-Diomede e Capriati e scaturita dall'indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.

Il direttivo ha appreso altresì dalla stampa e dalle Forze dell’Ordine del coinvolgimento nell'operazione di un proprio socio e membro dello stesso consiglio direttivo.

Il presidente Renato de Scisciolo, a nome dell’intero Consiglio Direttivo, rivolge un plauso alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura, ma allo stesso tempo non è indifferente a ciò che è accaduto al proprio socio.

Alla luce di quanto appreso e nel pieno rispetto dei regolamenti in vigore all'interno della FAI, il Direttivo, convocato in assemblea urgente e straordinaria, ha provveduto a sospendere da qualsiasi incarico il socio e altresì alla sua espulsione dall'associazione, secondo quanto previsto dal regolamento che tutti coloro che entrano a far parte della stessa associazione accettano e sottoscrivono.

“Auspichiamo e chiediamo fortemente che si faccia chiarezza sulla vicenda” conferma de Scisciolo. Il direttivo è inoltre in attesa di conoscere le motivazioni alla base dell’arresto e si stringe unitamente affinché tale episodio non getti macchia sull'associazione e il proprio operato.

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