Racket sull’albero di Natale in piazza

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Avrebbero tentato di estorcere denaro alla ditta incaricata dell’allestimento dell’albero di Natale nella centrale piazza del Ferrarese a Bari, chiedendo dai 2mila ai 500 euro per non bruciarlo. Con l’accusa di tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso, la squadra mobile ha arrestato nella tarda serata di ieri il 30enne Antonio Manzari, soprannominato «Tonino l’impiccioso» e il 42enne Francesco Longo. I due sono attualmente in carcere mentre una terza persona, un minorenne di Bari Vecchia, è indagata in stato di libertà. I fatti contestati dalla Dda di Bari risalgono al 5 dicembre scorso, il giorno prima dell’accensione dell’Albero in piazza Ferrarese. Stando alla denuncia della vittima i tre, in momenti diversi e in giorni diversi, gli si erano avvicinati chiedendo prima 2mila euro, poi 600 euro, infine ridotti a 500, per proseguire la sua attività imprenditoriale «serenamente» ed «evitare guai».

 
 
 
 
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MOLFETTA. FAI: TEMPO DI AUGURI E DI BILANCI PER L'ANTIRACKET

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Molfetta. Si è tenuto presso la Sede della Fai Antiracket di Molfetta il consueto scambio degli auguri in vista delle festività natalizie. All’incontro hanno preso parte il sindaco Tommaso Minervini; il dirigente della squadra mobile di Bari il dott. Annino Gargano; il comandante della Tenenza della Guardia di Finanza di Molfetta il tenente Chiara Iale; l’assessore all’Urbanistica Pietro Mastropasqua, oltre naturalmente al direttivo dell’Associazione e a quanti sono a lei vicini.

L’occasione è stata propizia per tracciare un bilancio da parte del presidente Renato De Scisciolo dell’attività svolta, dei risultati conseguiti in importanti processi, ma nello stesso tempo di ribadire il costante impegno, la vicinanza alle vittime e la mission di diffondere i principi di legalità e correttezza.

Sono tante le iniziative che vedranno la FAI impegnata su più fronti per il nuovo anno, nella certezza che le vittime possano trovare sempre degli interlocutori pronti ad ascoltarli.

Ha poi preso la parola il sindaco Minervini, il primo che ha creduto nell’importante istituzione, tanto da affidarle una prima sede trasferitasi poi sul Comando di Polizia Urbana. Tommaso Minervini ha parlato nel suo intervento mettendosi anche dalla parte delle vittime, essendo stato tanti anni educatore nelle carceri, ha evidenziato la grave situazione sociale che si sta vivendo con un divario sempre maggiore fra chi ha bisogno e gente agiata.

Questo porta a Molfetta, e non solo, a situazioni di protesta e disagio, a un malessere diffuso che si ripercuote.

Bisogna creare sinergia fra forze dell’ordine, stato e cittadini per cercare di diminuire questa situazione cercando politiche condivise a favore anche delle fasce più deboli.

Partecipato e sentito l’intervento del dott. Gargano che ha raccontato di estorsioni ed usura dalla parte delle disperate vittime, del ringraziamento di queste persone succubi dei delinquenti che, nel momento in cui si sono liberate del giogo, hanno ringraziato e abbracciato i loro salvatori.

Il tenente Chiara Iale ha ribadito l’importante dell’Associazione Antiracket, mettendo in luce l’importante ruolo che svolge perché permette di vedere lo Stato in maniera diversa, di riacquistare fiducia nelle istituzione, facendo da raccordo fra forze dell’ordine e cittadini.

Un brindisi al nuovo anno, nella speranza che il lavoro effettuato e i sacrifici fatti, dal presidente Renato De Scisciolo e da tutta la squadra, portino a debellare o ridurre la criminalità e le situazioni di disagio.

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Testimoni di giustizia, la riforma è legge dopo il voto al Senato

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Il disegno di legge che tutela i testimoni di giustizia è stato approvato al Senato con 179 sì, nessun contrario e nessun astenuto. "L'approvazione in via definitiva della riforma - afferma la presidente dell'antimafia Rosy Bindi - è una bella notizia e un segnale importante al Paese. Una riforma molto attesa, frutto di un lungo e puntuale lavoro della Commissione Antimafia che fin dall'inizio di questa legislatura aveva individuato tra le sue priorità la difficile condizione di questi cittadini che senza alcuna contropartita denunciano azioni criminali e pratiche illegali di mafiosi"."Con questa legge - prosegue Bindi - si riconosce lo statuto del testimone di giustizia superando l'impropria sovrapposizione con i collaboratori di giustizia e si rende più garantista, trasparente e personalizzato il sistema di tutela dei testimoni e si riconosce la loro fondamentale funzione". Per il ministro Orlando la riforma è "un importante riconoscimento per chi decide di stare dalla parte dello Stato e della legalità".Le nuove misure riguardano la tutela (vigilanza e protezione, predisposizione di sistemi di sicurezza nelle abitazioni, trasferimento in luoghi protetti, utilizzazione di documenti di copertura), il sostegno economico (la corresponsione di un assegno periodico in caso di impossibilità di svolgere attività lavorativa, alloggio se diverso dal proprio, pagamento delle spese per esigenze sanitarie quando non sia possibile avvalersi delle strutture del Servizio sanitario nazionale, assistenza legale) e di reinserimento sociale e lavorativo (conservazione del posto di lavoro o trasferimento presso altre amministrazioni o sedi; l'individuazione e lo svolgimento, dopo il trasferimento nella località protetta, di attività, anche lavorative non retribuite, volte allo sviluppo della persona umana e alla partecipazione sociale, sostegno alle imprese dei protetti che abbiano subìto o che possano concretamente subire danni).

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