Bari, imprenditore denuncia estorsione: in manette anche il fratello di Savinuccio

Tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Questa l’accusa che ha portato all’arresto di quattro persone, ritenute dagli inquirenti ai vertici dei clan Cipriano di Bitonto e Parisi di Bari. A finire nella rete dei carabinieri sono stati Giuseppe Digiacomantonio, 30enne di Bitonto, Roberto Marchello, 43enne di Sannicandro, Fabio Fiore, 37enne di Bari e Michele Parisi, 52enne fratello del boss Savinuccio di Japigia.--
Gli arresti sono arrivati al termine degli accertamenti svolti in seguito alla denuncia presentata ai Carabinieri, lo scorso 22 dicembre, da parte del titolare di un centro scommesse di Grumo. La presunta vittima ha denunciato la richiesta estorsiva raccontando di aver ricevuto, alcune settimane prima, la preliminare visita di Digiacomantonio e Marchello i quali gli avrebbero chiesto inizialmente 15mila euro al mese. Per eludere la richiesta di denaro, tramite Fiore – che l’imprenditore conosceva come il “portavoce di Tommy Parisi”, figlio cantante del boss Savinuccio – la vittima avrebbe tentato di far intervenire il clan di Japigia ottenendo un incontro con Michele Parisi. L’imprenditore conosceva Fiore perché in passato il 37enne gli aveva proposto di occuparsi delle agenzie scommesse di Torre a Mare e Triggiano che erano state sequestrate al figlio del boss nella indagine “Galassia” della Dda di Bari.
“Giuseppe Cipriano va rispettato”, gli avrebbe detto il boss, e così il tentativo di mediazione sarebbe fallito. Infatti i due pregiudicati baresi “erano solamente riusciti ad abbassare la somma richiesta – spiegano gli investigatori – fissata sui 3mila euro mensili” corrispondenti a 100 euro per ogni slot machine installata. A quel punto l’imprenditore ha deciso di rivolgersi a una F.A.I. a antiracket Regionale Molfetta  e, su loro sollecitazione, di denunciare
Ultima modifica il Sabato, 18 Gennaio 2020 22:23
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