Processo di mafia a Foggia: Confindustria Puglia parte civile insieme a Regione

  • Pubblicato in News

«Confindustria rappresentando la categoria degli imprenditori ha contribuito, con il proprio intervento, a tutelare gli interessi degli imprenditori taglieggiati. Anche in questo caso non è intervenuta la costituzione di parte civile di nessuno dei singoli imprenditori taglieggiati, a maggior ragione questi interessi devono essere tutelati dalle associazioni di categoria». E’ la tesi sostenuta da Alessandro Dello Russo, legale rappresentata della Regione Puglia, di Confindustria Puglia e Confindustria Foggia, al termine della prima udienza del processo di mafia in cui, per la prima volta a Foggia, l’associazione degli industriali si è costituita parte civile. Così come ha fatto oggi anche l'associazione «Giovanni Panunzio» sorta in memoria dell’imprenditore foggiano ucciso 27 anni fa perché si ribellò al pizzo.

 

Quello iniziato oggi è il processo denominato 'Decima Azione' dall’omonimo blitz che, a novembre dello scorso anno, portò in carcere 30 dei principali componenti dei clan mafiosi foggiani: 25 imputati hanno scelto il rito abbreviato che si sta celebrando davanti al Gup del Tribunale di Bari. In quattro invece vengono processati con rito ordinario, in corso di svolgimento al Tribunale dauno. Si tratta di Giuseppe Albanese, Giuseppe e Lorenzo Spiritoso, rispettivamente padre e figlio e Fabio Tizzano, accusati, a vario titolo, di mafia, estorsione, armi e tentato omicidio. 
Nel corso dell’udienza preliminare si erano già costituiti parte civile: la Regione Puglia, il Comune di Foggia e il Fai Antiracket. Assenti, in questo processo, le vittime del racket. Intanto per oggi era stata annunciata la presenza del Governatore Michele Emiliano per rafforzare il senso di vicinanza della Regione Puglia alle vittime ma sopraggiunti impegni sul caso Ilva di Taranto gli hanno impedito di essere in aula a Foggia.

Leggi tutto...

Associazione mafiosa, droga, armi: al via processo ai clan Capriati e Diomede-Mercante, 90 imputati „Associazione mafiosa, droga, armi: al via processo ai clan Capriati e Diomede-Mercante, 90 imputati“

  • Pubblicato in News

Associazione mafiosa, droga, armi: al via processo ai clan Capriati e Diomede-Mercante, 90 imputati

collegamenti con le altre organizzazioni criminali pugliesi e i contatti con 'Ndrangheta, Cosa Nostra e Camorra per la droga, i tentativi di mettere le mani sul mercato dei fiori di Terlizzi. E poi furti, rapine, tentati omicidi. Quindici anni di reati, imputati ai clan Diomede-Mercante e Capriati di Bari.

Il processo con rito abbreviato, scaturito dall'operazione 'Pandora' che nel giugno 2018 portò all'arresto di 104 persone, è cominciato dinanzi al gup del Tribunale di Bari, con le richieste di costituzione di parte civile dei Comuni di Bari e Terlizzi e dell'associazione Antiracket Molfetta F.A.I.. Tra i novanta imputati ci sono anche i boss di Bari e Bitonto, Nicola Diomede e Domenico Conte. Altre dieci persone sono a processo con rito ordinario.

 

Le accuse formulate dalla Dda di Bari sono, a vario titolo, di associazione mafiosa pluriaggravata, tentati omicidi, armi, rapine, furti, lesioni personali, sequestro di persona e violazioni della sorveglianza speciale. La prossima udienza, nell'aula bunker di Trani, è fissata al 22 maggio. 



Potrebbe interessarti: https://www.baritoday.it/cronaca/operazione-pandora-processo-clan-mercante-diomede.html
Seguici su Facebook: https://www.facebook.com/pages/BariToday/211622545530190

Leggi tutto...

Arresti per estorsione a Molfetta, la soddisfazione di de Scisciolo e della F.A.I. – Antiracket

  • Pubblicato in News

Il presidente della F.A.I. – Antiracket Molfetta, nonché vicepresidente del direttivo nazionale della F.A.I., Renato de Scisciolo, intende vivamente congratularsi con la Procura della Repubblica di Trani e con la Guardia di Finanza della Tenenza di Molfetta per l'eccellente operazione che ha portato all'arresto di Andrea Filannino di 58 anni e del figlio Michele di 32 anni accusati di aver perseguitato con atteggiamenti estorsivi il titolare di un negozio di elettronica e telefonia sito in Molfetta, costringendolo a versare loro soldi in cambio di "protezione".

La vicenda, secondo quanto denunciato dal commerciante lo scorso gennaio, avrebbe avuto origine nel gennaio 2016 con la sottrazione di un telefonino e per poi proseguire con richieste insistenti di somme di 300 euro a settimana per garantire protezione. Un'escalation di richieste che ben presto ha posto il commerciante in serie difficoltà costringendolo ad accettare il prestito di 25.000 euro sui quali avrebbe pagato, però circa 45.000 euro di interessi nel giro di pochi mesi.

Allo stremo delle forze il commerciante si è rivolto alla F.A.I. – Antiracket Molfetta che l'ha accompagnato alla denuncia, costantemente assistito dall'avvocato dell'associazione Maurizio Altomare, che ha messo in moto l'attività investigativa che ha portato agli arresti. Ancora una volta una dimostrazione chiara e concreta dell'efficacia della denuncia e della fiducia nelle Forze dell'Ordine che la F.A.I. non smette mai di sollecitare.

«La brillante operazione portata a termine dalla magistratura e dalle Forze dell'Ordine – conferma il presidente de Scisciolo – è la dimostrazione come la collaborazione reciproca possa far maturare ottimi frutti di legalità. Per questo saremo sempre vicino alle vittime incoraggiandole a denunciare i propri aguzzini».

Leggi tutto...

Mafia, operazione contro clan attivi a Bari: 104 arresti

  • Pubblicato in News

In una maxi operazione antimafia contro la criminalità organizzata pugliese, denominataPandora", i carabinieri del Ros (Raggruppamento operativo speciale) stanno eseguendo, a Bari e in altre località italiane, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 104 presunti affiliati ai clan Mercante-Diomede e Capriati. Le accuse riguardano il 416 bis e una serie di reati che vanno da 3 tentati omicidi a rapine, furti, usura, estorsioni e traffico di stupefacenti.

L'inchiesta

Gli arresti sono il risultato di un'indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Bari, che ha ricostruito gli assetti organizzativi, le attività criminali e la capacità d'infiltrazione dei clan nel tessuto economico e sociale della città pugliese e della sua provincia. Dall'inchiesta sarebbero emersi lo svolgimento di rituali di affiliazione, la disponibilità di armi, anche da guerra, e rapporti con esponenti della società foggiana e della Sacra Corona Unita di Lecce. "A Bari si fanno ancora le affiliazioni con i riti classici e i santini che neppure nella magia foggiana fanno più - ha detto il Procuratore di Bari Giuseppe Volpe - la Direzione distrettuale antimafia è viva più che mai e colpisce ancora le organizzazioni criminali. Gli strumenti investigativi sono stati le intercettazioni delle corrispondenze in uscita dal carcere fino a quando è stato concesso dalle norme, le intercettazioni ambientali e telefoniche e le dichiarazioni acquisite e riscontrate dei collaboratori di giustizia".

Leggi tutto...